Stai sabotando il tuo profilo senza saperlo?
Instagram è uno dei canali più potenti per far crescere il proprio brand, eppure molte aziende continuano a commettere errori clamorosi che ne compromettono il potenziale. Ecco il punto: non basta pubblicare belle foto o avere un feed esteticamente curato. Serve strategia, costanza e consapevolezza. Ma soprattutto… serve sapere cosa evitare a tutti i costi. Sì, perché alcuni errori non sono innocui: sono vere e proprie zavorre che affondano il tuo engagement, la tua reach e, di conseguenza, il tuo fatturato. Hai mai pensato che magari stai facendo “troppo” invece che “bene”? Oppure che l’algoritmo non è il tuo nemico, ma tu non stai parlando la sua lingua? Se ti è venuto anche solo un dubbio, allora sei nel posto giusto.
Pubblicare senza una strategia chiara
Il classico errore da principiante… che fanno anche i professionisti. Pubblicare post “a sentimento”, solo perché quel giorno ti va o hai fatto una bella foto, è il modo migliore per disperdere energie e risultati. Instagram oggi premia la coerenza: tematica, visiva, narrativa. Se non hai un piano editoriale, stai lasciando tutto al caso. E sai una cosa? L’algoritmo se ne accorge. Non basta avere una palette colori coerente: serve una narrazione forte, uno storytelling che tenga insieme ogni contenuto e lo trasformi in un pezzo di una storia più grande. Il tuo business.
La mancanza di strategia si traduce in post che non parlano a nessuno, caption confuse, call-to-action assenti. Non basta esserci, devi sapere perché ci sei. E se non lo sai tu, figurati il tuo pubblico.
La soluzione? Costruisci un calendario editoriale, definisci i tuoi pilastri di contenuto e smetti di improvvisare. Le idee dell’ultimo minuto sono una bella risorsa… ma solo se arrivano dentro una cornice strategica già chiara.
Ignorare l’importanza delle interazioni
Instagram non è una bacheca, è una piazza. Se ti limiti a postare contenuti e poi scompari, stai solo facendo monologhi nel vuoto. Il vero valore della piattaforma è nella relazione: commenti, risposte alle storie, messaggi diretti. L’algoritmo misura tutto questo e decide di mostrarti solo se sei social, non se sei “bello”.
Troppi brand trattano i propri follower come spettatori passivi. Eppure, bastano pochi minuti al giorno per cambiare completamente la percezione del tuo profilo: rispondi ai commenti, avvia conversazioni, interagisci con i contenuti degli altri. Non è solo cortesia, è strategia pura.
E attenzione: il silenzio è rumoroso. Ignorare un commento o un messaggio equivale a ignorare un potenziale cliente. Ecco perché i profili attivi, reattivi e autentici funzionano meglio. Non perché sono fortunati, ma perché coltivano relazioni. Anche sui social.
Usare hashtag a caso (o non usarli affatto)
Gli hashtag non sono optional, sono la bussola che guida nuovi utenti verso i tuoi contenuti. Ma usarli male è peggio che non usarli: troppi hashtag generici (#love #instagood), o peggio, scollegati dal contenuto, sono percepiti come spam e possono danneggiare la visibilità. L’obiettivo non è comparire ovunque, ma comparire nel feed giusto.
Un errore frequente? Copiare e incollare la stessa lista di hashtag su ogni post. L’algoritmo se ne accorge, eccome. Ogni contenuto merita una selezione specifica, pensata per il pubblico a cui vuoi arrivare. E magari, perché no, includendo anche hashtag branded o di nicchia.
Il consiglio pratico: usa da 5 a 15 hashtag rilevanti, alterna quelli con bassa, media e alta competitività e monitora quali portano più traffico. Fare hashtag research non è tempo perso, è investimento sulla visibilità. E sì, funziona ancora. Eccome se funziona.
Ignorare le analytics (o non sapere cosa guardare)
Pubblicare senza controllare i risultati è come guidare bendati. Hai a disposizione una quantità enorme di dati: copertura, impression, salvataggi, clic sul profilo, percentuale di completamento delle storie… eppure molti imprenditori digitali li ignorano del tutto. O peggio, guardano solo i like.
La verità? I like sono la metrica più fuorviante. Quello che davvero conta sono le azioni: quante persone salvano il tuo post? Quanti visitano il tuo profilo? Quanti cliccano sul link in bio? Le analytics ti dicono cosa funziona, cosa no, e dove puoi migliorare. Ma solo se impari a leggerle.
Prendi l’abitudine di analizzare i dati ogni settimana. Crea un file semplice, annota cosa hai pubblicato e quali sono stati i risultati. Non serve essere analisti, basta osservare e trarre conclusioni. Instagram è un gioco di costanza e ottimizzazione. Ma senza dati, sei fuori partita.
E adesso?
Hai ritrovato qualcuno di questi errori nel tuo modo di usare Instagram? Non preoccuparti: il bello del digitale è che puoi cambiare rotta in qualsiasi momento. Ma devi farlo con consapevolezza. Inizia oggi a correggere il tiro: definisci una strategia, cura le interazioni, scegli con attenzione gli hashtag e guarda i dati come se fossero il tuo miglior alleato. Perché lo sono.
E se vuoi costruire un piano Instagram su misura per il tuo business, con una strategia che parli davvero al tuo pubblico, contattaci per una consulenza. Possiamo aiutarti a trasformare ogni post in un’opportunità concreta.